Tre anni fa è stata avviata una partnership tra la Fondazione e l’Istituto Luigi Einaudi per gli studi bancari, finanziari e assicurativi per la realizzazione della ricerca commissionata dall’Istituto al Prof. Simone Misiani, docente di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Teramo, e volta alla ricostruzione della nascita, delle caratteristiche e delle finalità del modello di credito speciale per l’agricoltura che è sorto e si è sviluppato, in forme originali, in Italia.
Il coinvolgimento della Fondazione Ravà è stato deciso in considerazione della sua specifica vocazione e dell’importante archivio storico da essa detenuto.
Nel mese di giugno 2023 è stato pubblicato, nell’ambito della collana “Istituto Luigi Einaudi” edita da Bancaria Editrice, il volume “Banche, agricoltura e Stato italiano. Un saggio introduttivo: 1861-1946”, che approfondisce il tema dell’apporto che il capitale impiegato nel settore agricolo ha assicurato al processo di crescita economica dell’intero Paese, all’interno di una più ampia analisi storica del rapporto tra banche e territorio (clicca qui per l’indice).
Sotto il profilo metodologico, infatti, l’autore si è riferito alle scienze sociali, tenendo peraltro ferma la separazione tra il compito della storia (interrogare il passato) e il compito dell’economia (costruire modelli quantitativi rivolti ad analisi previsionali). Ha quindi fatto propria la concezione di “storia totale”, tenendo insieme l’economia, la società e la politica in un approccio multidisciplinare di storia economica, ambientale, socio-culturale ed istituzionale.
Fin dalle prime pagine appare chiara la tesi di fondo sostenuta nel volume: esiste un rapporto di reciprocità tra il sistema del credito e il mondo rurale, che grazie all’intervento pubblico non si disperde negli anni della grande trasformazione interbellica. In particolare, la scelta di orientare il risparmio sulla terra rappresenta il riconoscimento della necessità, da parte dello Stato, di farsi garante del mercato finanziario inteso come indispensabile strumento per la ripresa economica e per la riduzione della disoccupazione, da perseguire attraverso il finanziamento degli investimenti produttivi e l’allargamento del numero dei proprietari coltivatori.
La causa principale del cambiamento del rapporto tra banche e agricoltura maturato nel periodo interbellico è vista nel prevalere non di interessi economici, bensì di valori morali che hanno determinato l’indirizzo di governo verso una politica di credito speciale volta a dare una risposta adeguata al conflitto sociale del primo dopoguerra ed a favorire la ripresa dalla crisi agraria del 1928 e dalla Grande depressione. Di conseguenza, non c’è alcuna contrapposizione tra i fautori del sistema di intervento pubblico e i difensori del modello liberale, in quanto il credito speciale è la risposta alle conseguenze della crisi agraria e si afferma facendo leva sulla presenza di una forte cultura della cooperazione e della solidarietà sociale.
L’opera è corredata di un importante apparato costituito da; a) note a piè di pagina ricche ed esaurienti; b) appendici di assoluto valore storico (l’inedito “Rapporto sull’ordinamento del credito agrario svolto per conto del Ministero per la Costituente” realizzato nel marzo 1946 da Mario Ravà; la legge sull’ordinamento del credito agrario del 1928; l’atto costitutivo del Meliorconsorzio; c) integrazioni statistiche e documentarie (le serie storiche del credito agrario in Italia nel periodo 1928-1958; una tavola sinottica dei principali accadimenti politici e sociali succedutisi negli anni 1869-1945); d) una bibliografia ricchissima.