La nostra storia
Dopo la scomparsa di Mario Ravà (1956), ad iniziativa dell’Associazione Nazionale fra gli Istituti di Credito Agrario (ANICA), del Consiglio Nazionale degli Ordini dei Dottori Agronomi (CONAF) e della Federazione Nazionale dei Laureati in Scienze Agrarie (FIDAF) è stata promossa la costituzione di una Fondazione che ne onorasse la memoria.
Il capitale della Fondazione è stato raccolto per sottoscrizione pubblica, lanciata nel dicembre 1956 e chiusasi un anno dopo. Hanno partecipato 16 Istituti di credito agrario, 17 fra Associazioni provinciali e Ordini dei dottori agronomi italiani e 45 agronomi a titolo personale, nonché la famiglia Ravà.
Costituita formalmente il 30 ottobre 1958, alla Fondazione Mario Ravà è stata riconosciuta la personalità giuridica con decreto del Presidente della Repubblica n. 499 del 12 febbraio 1963.
Nei primi anni di attività la Fondazione ha sostenuto finanziariamente, mediante la concessione di borse di studio, gli studi universitari di tre studenti frequentanti le Facoltà di Agraria presso, rispettivamente, le Università degli Studi di Pisa, di Padova e di Piacenza.
Successivamente la Fondazione ha assegnato premi di laurea a tesi inizialmente dedicate allo studio del diritto agrario, ma progressivamente estese, previa modifica dello Statuto, anche a laureati in discipline economiche, autori di tesi in qualche modo correlate ai problemi economici dell’agricoltura e del mondo agricolo.
Allo scioglimento dell’Associazione di Banche Esercenti il Credito Agrario (ABECA) – nuova denominazione assunta dall’ANICA – l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) le è subentrata, accanto al CONAF e alla FIDAF, nella gestione della Fondazione.
A far tempo dal 2019, a seguito di approfondite riflessioni e di sistematiche verifiche, il focus dell’attività della Fondazione è stato riorientato in chiave di diretto approfondimento scientifico e dottrinale della pratica del credito agrario, interrompendosi di conseguenza la pratica dei premi di laurea.
Nel marzo 2023 la Fondazione ha assunto lo status di ente del terzo settore, portando a compimento un’operazione volta a rafforzare il suo fondamento istituzionale attraverso l’inserimento in un contesto opportunamente regolamentato e adeguatamente vigilato.